Una donna di 49 anni di Bra, Laura Davico, è stata sottoposta a fermo e si trova ora in carcere a Torino in quanto accusata del tentato omicidio aggravato del marito, D.D, 55 anni. La coppia, sposata da una ventina d’anni, ha due figli, di cui uno minore.
Il fermo risale allo scorso 28 dicembre, dopo che la Direzione Sanitaria dell’ospedale di Bra, qualche giorno prima, aveva allertato gli inquirenti in quanto fortemente allarmata dagli esiti degli esami del sangue dell’uomo, ricoverato nel nosocomio braidese nel reparto di Medicina semintensiva.
Nel sangue di D.D. erano infatti presenti sostanze non prescritte di anticoagulanti orali e farmaci antiglicemici uniti ad una molecola che si chiama bromadiolone, presente nei veleni topicidi. Ecco il dettaglio di ciò che era presente nel sangue del 55enne dalle parole del comandante dei NAS tenente colonnello Biagio Carillo, che ha battezzato l’operazione con il nome di “Mantide”.
Dalla segnalazione, del 20 di dicembre, in pochissimo tempo sono scattate le indagini che, nel giro di 48 ore, hanno portato al fermo della donna.
Tutto inizia ad ottobre 2018, quando l’uomo, colpito da una grave crisi respiratoria, viene ricoverato a Bra per una polmonite. La situazione è così grave che richiede il trsferimento del paziente prima a Savigliano e poi all’ospedale Le Molinette di Torino, dove arriva in fin di vita.
Nel corso delle settimane le sue condizioni migliorano e viene nuovamente trasferito a Bra. Prima delle dimissioni gli ultimi esami precauzionali, da cui emerge un quadro inquietante. Da lì la segnalazione ai carabinieri e l’avvio delle indagini.
Potrebbe essere una sindrome, ma risulta presente in natura in circa 50 casi al mondo. Quindi la situazione dell’uomo non può essere né fisiologica né naturale. E’ abbastanza evidente che ci sia una “mano esterna” in questo quadro così grave, tale da poter provocare la morte dell’uomo in qualunque momento, come riferito dai sanitari.
Si procede con le indagini, anche con l’ausilio delle telecamere, installate nella stanza dell’uomo. Non si esclude nulla, nemmeno che il 55enne assuma i farmaci spontaneamente o che il responsabile sia un dipendente della struttura sanitaria. Le telecamere rivelano, però, che si tratta della moglie, come si evince dal video diffuso dagli inquirenti.